Tartufi veri e taroccati: anche questo argomento nel corso sul pregiato tubero, organizzato dall'Accademia Enogastronomica della Valtiberina
I cinesi taroccano anche i tartufi. È questa la constatazione forte emersa durante il corso di degustazione sul pregiato tubero organizzato dall’Accademia Enogastronomica della Valtiberina e tenutosi nella serata di mercoledì 12 febbraio scorso con maestro un tartufaio di eccezione, Saverio Bianconi di Città di Castello. Punto di partenza, la presentazione dei vari tipi di tartufo: il bianco, ossia quello di elite; il marzuolo, il nero pregiato e lo scorzone. Di ognuno di essi, sono state illustrate le caratteristiche olfattive e organolettiche, i periodi di raccolta, i metodi di conservazione e i modi migliori per gustarlo. Ma si è parlato anche e soprattutto di contraffazione: infatti, anche il settore agroalimentare è oramai attaccato da personaggi senza scrupoli, che mettono a rischio i prodotti italiani. E questa è soltanto una delle battaglie che l’Accademia porta avanti per tutelare e valorizzare i prodotti del territorio; il tartufo bianco lo si trova tanto nella parte toscana quanto in quella umbra della vallata e gran parte del tartufo consumato in Italia proviene proprio da queste zone. Gli esperti tartufai hanno mostrato al numeroso pubblico presente le differenze esistenti tra un tartufo proveniente dalla Cina, che non profuma e ha costi ridicoli e quelli raccolti in Marocco o in India, identici al nostro, ma solo in apparenza e che, prima di essere “trattati", hanno anche un odore nauseabondo. Coloro che agiscono senza scrupoli non fanno altro che prendere questi tuberi da 4 soldi, metterli per alcuni giorni vicino a quelli preziosi, raccolti dai nostri territori e quindi dare ad essi un minimo di profumo, ma il sapore rimane quello di una patata; poi, tartufi buoni e tartufi scadenti vengono mischiati e venduti a migliaia di euro. Massima attenzione, quindi, a quelli venduti in occasione di feste e sagre, soprattutto a prezzi invitanti, che in molti casi sono una vera fregatura. Gran finale di serata con la cuoca Gabriella, moglie di Saverio, che ha poi deliziato i palati raffinati dei membri dell’Accademia con una cena di quelle da leccarsi veramente i baffi, aiutata nel servizio da alcuni membri dell’associazione, che quando si tratta di “arrocciarsi le maniche" non si tirano mai indietro e Domenico, Paola e Oliviero si sono dimostrati dei camerieri di sicuro “avvenire". Il menu parla da solo: 10 tipi di crostini con i prodotti della Tartufi Bianconi, tagliatelle al tartufo nero pregiato, gnocchi al tartufo bianco e pasticcio di semolino al forno con tartufi. A seguire, uova strapazzate sempre con il prelibato tubero e gran finale con torcolo e vinsanto per la soddisfazione delle tante persone che hanno partecipato al corso.
Comunicato del 15 Febbraio 2014