Il "Gelato dell'Accademia" ispirato a Piero della Francesca e ad Alberto Burri
Piero della Francesca e Alberto Burri: due grandi artisti di questa terra che ne hanno ispirato un terzo, Palmiro Bruschi, ambasciatore nel mondo del gelato artigianale italiano e uno dei soci fondatori dell’Accademia Enogastronomica della Valtiberina. C’era un’attesa particolare, mercoledì sera nel casale di Pra della Volpe (siamo nei pressi di Aboca, frazione di Sansepolcro), dove la dinamica associazione aveva rinnovato l’appuntamento in occasione della “Cena sotto le stelle", preparata dalle abili mani dei suoi stessi soci. Il “Gelato dell’Accademia", nella realtà, è quindi l’unione di due distinte creazioni che stanno a testimoniare l’unità e l’omogeneità dell’Alta Valle del Tevere perseguita dalla stessa associazione, in nome – stavolta – delle figure più eminenti di sempre espresse in campo artistico: Piero della Francesca, cardine del periodo rinascimentale, nato a Sansepolcro; Alberto Burri, maestro dell’arte informale contemporanea, nato a Città di Castello. Su input dei soci dell’Accademia, Bruschi ha inteso rendere omaggio a entrambi con due gelati che rispecchiassero i colori e i sapori legati sia al loro stile che alla zona di provenienza, elaborando un prodotto che fosse testimone “visivo" e insieme “gustativo" quando siamo oramai giunti alla vigilia di un evento importante: i festeggiamenti per il centenario della nascita di Burri, che prenderanno il via proprio dalla patria di Piero in settembre. Nel gelato dedicato al sommo Piero di Sansepolcro, il suggerimento è arrivato ripercorrendo l’antica tradizione di affogare i pezzi di pesche nel vino, con il risultato di ottenere un colore rosato che si ritrova in quasi tutte le tavole dipinte da Piero della Francesca. In particolare, questa tonalità è visibile nella veste del Cristo della Resurrezione, che “si erge nel radioso mattino, metafora del sole nascente". Un gusto armonioso, somigliante al carattere del grande pittore del Borgo. Nasce così il “Gelato di Piero". Sul versante umbro, una fra le ghiottonerie più celebri è il famoso “crostino briaco", che si ottiene intingendo il pane nell’alchermes per poi ricoprirlo di cioccolato. È tipico del periodo invernale. La rielaborazione di questi ingredienti ha creato un gusto di una particolarità unica, che esprime soprattutto “il misticismo dell’Umbria francescana" e rispecchia i colori del marrone, tanto cari al maestro dell’arte informale nato a Città di Castello. E così, ecco servito anche il “Gelato di Burri". La virtuosa associazione nata nel maggio del 2013 e presieduta dall’imprenditore Domenico Gambacci di Sansepolcro, con vice i due colleghi biturgensi Fabrizio Innocenti e Marcello Brizzi, ha intrapreso un percorso di evoluzione e crescita che comprende anche il progetto attraverso il quale legare il territorio alla tradizione enogastronomica in chiave turistica. Il “Gelato dell’Accademia" è un altro esempio, che ha conosciuto il proprio battesimo al termine di menu di serata assai ricco e variegato (antipasti tipici toscani, penne con sugo di chianina e un imponente grigliata di carne), con l’obiettivo non solo di soddisfare il palato ma anche di lavorare per la promozione e la valorizzazione di un comprensorio che di risorse importanti ne ha davvero molte.
Comunicato del 25 Luglio 2014