La spezzatura del maiale: sabato 7 febbraio, nuovo evento organizzato dall'Accademia Enogastronomica della Valtiberina
Un’iniziativa nuova e particolare alla quale si apprestano a partecipare i soci dell’Accademia Enogastronomica della Valtiberina. Del resto, solamente il titolo “Del maiale ‘n se butta via gnente!" fa subito intendere che questo animale sarà il grande protagonista di turno a 360 gradi nella giornata di sabato 7 febbraio. Si partirà infatti al mattino con la tradizionale spezzatura all’antica maniera per poi passare in serata all’altrettanto tradizionale cena, tutta interamente realizzata con i prodotti del suino. Data la singolarità dell’iniziativa, gli organizzatori hanno deciso che l’appuntamento dovrà essere limitato a un numero ristretto di persone. E location migliore del Castello di Sorci in Anghiari non avrebbe potuto esserci: chi lo vorrà, quindi, potrà partecipare o assistere alla spezzatura dietro prenotazione per cercare di carpire i segreti dei mastri norcini e vedere come si taglia un prosciutto, come si realizzano gli insaccati e come viene prodotta la soprassata, fino ad arrivare ai gustosi ciccioli, residuo del lardo del maiale. A cena, non possono mancare i crostini con il rigatino, così come quelli con il cavolo nero del periodo per poi passare alle tagliatella con il sugo di maiale e ai fagioli con le “cudenne", termine dialettale con cui si indicano le cotiche. Nel menu anche patate alla griglia e fegatelli avvolti nella rete dei maiale, ma immancabile – in occasioni del genere – è la mega-grigliata con pezzi di bistecca, rosticciana, salsicce e sambudelli. In questi giorni, poi, è stato pubblicato il calendario degli eventi dell’Accademia che arriva fino al mese di agosto. Fra le altre significative novità che si sommano alla spezzatura del maiale, si segnala quella di inizio maggio; il titolo è “A tavola con la preistoria" e si consumerà presso la foresteria dei Servi di Maria a Sansepolcro con un menu realizzato rispolverando i cibi di cui si nutrivano gli uomini primitivi. Tutto ciò è stato possibile in collaborazione con il CeSQ, il gruppo archeologico della Valtiberina.
Comunicato del 5 Febbraio 2014