Al via il primo corso del 2014 organizzato dall'Accademia Enogastronomica della Valtiberina: è quello relativo al tartufo
Un piccolo salto in Umbria per il corso di degustazione del tartufo, prima di tornare nuovamente in Toscana con l’evento “Ciccicocco… Bocon ghiotto". E’ in programma per domani sera, presso la Tartufi Bianconi di Città di Castello, il prossimo evento organizzato dall’Accademia Enogastronomica della Valtiberina. Dopo il grande successo dell’ultima cena presso l’agriturismo Le Ceregne di Pieve Santo Stefano, dove la selvaggina è stata la “padrona di casa", è la volta del corso dedicato a un vero e proprio prodigio della terra di tutta l’Alta Valle del Tevere: il tartufo. Il titolo del corso, “Neri e bianchi purché siano veri", non è soltanto un modo per fare rima, ma anche e soprattutto per ribadire il concetto secondo cui il tartufo è un qualcosa di insostituibile in cucina. L’evento ha già fatto registrare un successo con l’alta adesione di persone che si sono iscritte, ma altrettanto sono state quelle costrette a rimanere fuori poiché il corso prevedeva un numero chiuso di partecipanti, su precisa richiesta dei “maestri tartufai". Durante il corso, verranno apprese le tecniche principali per saper gustare e riconoscere i vari tipi di tartufo, le loro caratteristiche e le principali provenienze, oltre che – cosa fondamentale – a non rimanere imbrogliati da chi “spaccia" per trifola prodotti di importazione, perché purtroppo la contraffazione è arrivata a colpire anche qui. Nell’occasione vi sarà la possibilità anche di visitare il piccolo museo privato di Saverio Bianconi, vero “guru" del tartufo; il museo è uno dei pochi presenti in tutto il mondo, realizzato dopo tanti anni di ricerca. Ma febbraio, mese solitamente caratterizzato anche dal periodo carnevalesco, si concluderà anche con un secondo appuntamento: appunto, “Ciccicocco… Bocon ghiotto" presso il ristorante L’Incanto di Sansepolcro. Una realtà, l’Accademia, che seppure è ancora giovane ha saputo comunque radicarsi in modo esemplare nella valle bagnata dal fiume Tevere riscuotendo enormi consensi. Nel fedele rispetto del disciplinare dell’Accademia, le pietanze servite debbono essere a base di prodotti rigorosamente del territorio, perché gli appartenenti all’associazione tengono molto al loro slogan di fondo: “non è importante quanto si mangia ma come si mangia".
Comunicato dell’ 11 Febbraio 2014