I Piatti dell’Accademia sono speciali pietanze che professionisti della cucina o del settore più in generale preparano appositamente per l’Accademia Enogastronomica della Valtiberina. Hanno ovviamente una loro ben precisa ricetta e si trovano regolarmente nei menu dei ristoranti, con una denominazione ben precisa: la specialità accompagnata dalla specificazione “dell’Accademia”.
PIZZE DELL'ACCADEMIA
L'Accademia Enogastronomica della Valtiberina ha creato due varietà di pizza, entrambe con base classica di pomodoro e mozzarella, da mettere a disposizione delle pizzerie che vorranno inserirle nei propri menu.
Si chiamano “Pizza dell'Accademia" e “Pizza de 'l Peposo", in omaggio all'associazione e alla mascotte che la rappresenta. In entrambe le pizze, è contenuto un messaggio ideale di unione e fratellanza che abbraccia le tre parti (nord, centro e sud) in cui viene tradizionalmente divisa l'Italia, conosciuta per un livello così elevato della propria gastronomia che ne fa una leader in assoluto a livello mondiale. E la pizza è a sua volta uno dei prodotti di eccellenza dell'Italia, poiché esalta la creatività, l'estro e la qualità del nostro Paese. Vediamo allora in che cosa si differenziano le due pizze dell'associazione attraverso ovviamente gli ingredienti.
Pizza dell'Accademia: pomodoro e mozzarella con l'aggiunta di un prodotto distintivo delle tre grandi parti d'Italia, ovvero lo speck per il nord, le zucchine per il centro e la scamorza affumicata per il sud. Tre tipicità che dunque si incontrano nella stessa pietanza, la pizza.
Pizza de 'l Peposo: in questo caso, i sapori sono più marcati, con tendenza al piccante. Assieme al pomodoro, c'è la mozzarella di bufala e poi la “rosa" degli ingredienti è completata dai funghi porcini, prelibatezza del bosco; dal salame piccante, dal mais e da prezzemolo.
GELATI DELL'ACCADEMIA
Due gelati in uno, ovvero due grandi artisti per un territorio unito, come è nelle volontà dell'associazione. Sono Piero della Francesca di Sansepolcro e Alberto Burri di Città di Castello; due espressioni diverse ma allo stesso tempo vicine, vissute a distanza di secoli l'una dall'altra e ciascuna con il proprio stile e i propri colori, ai quali si è ispirato il socio Palmiro Bruschi, gelatiere artigiano, accademico e ambasciatore nel mondo del gelato italiano. Quando perciò si parla di “Gelato dell'Accademia", si allude alle due distinte creazioni che insieme lo compongono e che si riallacciano ai due artisti sia nell'aspetto visivo che in quello gustativo, riferito ai comprensori di provenienza.
Gelato dedicato a Piero della Francesca: è tradizione tipicamente estiva, a fine pasto quando si consuma la frutta, quella di affogare i pezzi di pesca gialla appena tagliata in un bicchiere contenente vino rosso, quasi come se si trattasse di una zuppa. Il risultato cromatico è un colore rosato che si ritrova in quasi tutte le tavole dipinte da Piero della Francesca; in particolare, questa tonalità è evidente nella veste del Cristo vincitore sulla morte, collocato al centro del celebre affresco della Resurrezione, che “si erge nel radioso mattino, metafora del sole nascente". Gusto armonioso, in linea con le prerogative del sommo Piero.
Gelato dedicato ad Alberto Burri: l'input è arrivato da una ghiottoneria tipica dell'Altotevere. È il famoso “crostino briaco", tipico del periodo invernale, che si ottiene intingendo il pane nell'alchermes per poi ricoprirlo di cioccolato. La rielaborazione di questi ingredienti ha creato un gusto di una particolarità unica, che esprime soprattutto “il misticismo dell'Umbria francescana" e rispecchia i colori del marrone, tanto cari al maestro dell'arte informale nato a Città di Castello.
CIOCCOLATINI DELL'ACCADEMIA
Dopo la mascotte, ovvero il pupazzo denominato 'l Peposo, l'Accademia Enogastronomica della Valtiberina ha anche la sua medaglia. Si tratta di una piccola quanto eccezionale opera in cioccolato fondente extra (cacao 78% minimo) realizzata dall'artista aretino Alessandro Marrone, affermato pittore e scultore che tanti riconoscimenti ha ottenuto in Italia e all'estero. La medaglia ha la classica forma circolare, proprio come il logo dell'associazione, con al centro il calice posizionato fra la forchetta e il coltello e attorno i motivi che richiamano al rosone della cattedrale di Sansepolcro, con all'esterno la dicitura; ebbene, Marrone ha dimostrato una eccezionale abilità nel saper ricamare il logo con i colori originali sulla piccola superficie di cioccolato del diametro di 5 centimetri, creando un qualcosa di veramente gradevole anche per l'occhio, oltre che per il palato. Gli ingredienti del cioccolato che compone la medaglia sono cacao Uganda per il 50%, zucchero per il 20,95%, cacao magro in polvere per il 16%, burro di cacao per il 13% ed estratto di vaniglia per una piccolissima percentuale. La Marrone Cioccolato d'Autore ha sede e stabilimento in via Cristoforo Colombo ad Arezzo.