Grande successo per la serata dedicata alla "Scottiglia"organizzata dall'Accademia Enogastronomica della Valtiberina
La Valtiberina ha incontrato a tavola il Casentino per un gustoso gemellaggio di natura gastronomica. È avvenuto mercoledì scorso in pieno centro storico a Sansepolcro grazie ancora all’Accademia Enogastronomica della Valtiberina, che aveva promosso la serata dal titolo “Lo chef presenta …la Scottiglia" nell’ambito del tema “Le ricette della tradizione". La “Scottiglia", denominata anche “Cacciucco del Casentino", è uno stufato che ingloba 7 qualità di carni (maiale, vitello, piccione, pollo, faraona ecc.) ed è proprio la diversità il segreto della bontà di questa pietanza, la cui paternità è rivendicata anche dalla Maremma, che dalla selezione delle carni macellate ricavava un omologo piatto povero. Risultato: un’altra serata da non dimenticare e caratterizzata per l’ennesima volta dal “tutto esaurito", tanto che anche in questo caso diverse persone sono rimaste alla fine fuori per esaurimento dei posti e hanno chiesto di poter bissare l’appuntamento, ma ciò non rientra nelle direttive dell’Accademia. Il ristorante “Il Coccio", location scelta per la presentazione della “Scottiglia", è sicuramente uno fra i più apprezzati e conosciuti di Sansepolcro e la sua titolare, Sara Emanuela Battistelli, ha accolto i membri accademici nel suo locale, che da sempre si contraddistingue anche per un ambiente veramente di classe, oltre che per la qualità dei cibi proposti. Gli chef del ristorante hanno riservato ai commensali un gustoso antipasto tanto per cominciare: flan di pere con fonduta di pecorino di fossa e trofie rigorosamente realizzate a mano con gota croccante, pomodori e zucchine. A questo punto, è entrato in scena il piatto principe di turno, appunto la “Scottiglia", proposto in una versione rielaborata rispetto a quella tradizionale, perchè le 7 tipologie di carne sono state per l’occasione disossate. A fungere da contorno, gustose patate al forno, prima del gran finale: il semifreddo alle nocciole preparato dalla pasticceria interna al locale. Palese l’apprezzamento dei tanti ospiti presenti. Dunque, dopo il “Baccalà alla Livornese" ecco la “Scottiglia": è stata la seconda serata dedicata a un prodotto non originario della vallata in cui l’associazione opera, ma ciò contribuisce a rafforzare il concetto del mangiar bene e mangiar sano che costituisce una fra le finalità di base e che va oltre i confini territoriali della valle bagnata dal Tevere, perché ovviamente anche altrove esistono specialità tipiche realizzate con prodotti genuini e di qualità e preparate nel pieno rispetto della tradizione. Quanto esistono tutte queste prerogative, si è in piena sintonia con la “mission" dell’Accademia Enogastronomica della Valtiberina, che prosegue così il suo percorso di crescita e ricorda la prossima serata in agenda: mercoledì 19 novembre, tutti al ristorante “Il Cerro" di Caprese Michelangelo per i “Sapori d’Autunno". In uno fra i locali più rinomati del comprensorio, le delizie del bosco – chiamate funghi, tartufi e castagne – si uniscono con pasta fatta in casa e carne chianina.
Comunicato del 24 Ottobre 2014